martedì 24 dicembre 2013

A NATALE REGALA UN LIBRO

Buona Vigilia di Natale!
Siete alle prese con la corsa all'ultimo regalo? Poco tempo e poche idee?
A Natale, regala un libro.


Tante le novità in libreria per le feste.  La scelta, però, è dettata dai gusti personali di chi acquista e di chi avrà il piacere di trovare un libro sotto l’albero.
Qualche suggerimento per arrivare preparati in libreria.

Tra i libri più venduti si conferma “Gli Sdraiati” di Michele Serra (Ed. Feltrinelli), che racconta, con il solito piglio critico di Serra, le riflessioni di un padre rivolte al figlio diciannovenne sulle distanze incolmabili tra le generazioni.  A seguire Luis Sepulveda,  firma del grande capolavoro educativo letterario” Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, che torna in libreria con “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” (Ed. Guanda).
Dopo il successo di vendite del romanzo  “Le prime luci del mattino”, torna in testa alle classifiche Fabio Volo con “La strada verso casa” (Ed. Mondadori).  E’ la storia di due fratelli, Marco e Andrea, molto diversi fra loro, costretti a riavvicinasi a causa degli eventi della vita. Al centro della trama, un inconfessabile segreto di famiglia.
Piace molto alle donne, ma non solo, l’ultimo libro di Chiara Gamberale “Per dieci minuti” (Ed. Feltrinelli), in cui l’autrice consiglia ai lettori e alle lettrici di fare un gioco, per  liberarsi dalle proprie ossessioni e ritrovare benessere e speranza.


Edito da Piemme, un buon libro è anche “E l’Eco Rispose” di Khaled Hosseini.
Per i più tradizionalisti è uscito “La cena di Natale” (Ed. Mondadori), il sequel del fortunato romanzo “Io che amo solo te” di Luca Bianchini.
Per gli aggiornamenti sulla storia del nostro belpaese, ogni anno, a Natale, ci pensa Bruno Vespa. Quest’anno il giornalista di Porta a Porta si fa nostalgico e propone “ Sale, zucchero e caffè. L’Italia che ho vissuto: da nonna Aida alla Terza Repubblica” (Ed. Mondadori).
Un tributo all’amore nella sua più totale libertà è “Splendore” , il nuovo romanzo di Margaret Mazzantini (Ed. Mondadori).
Di suggerimenti letterari ce ne sarebbero tanti altri, ma vi invito ad investire del tempo in libreria. Girare per gli scaffali, leggere i titoli che più vi incuriosiscono e lasciarvi catturare dal profumo dei libri.
Buona lettura e Felice Natale!




giovedì 19 dicembre 2013

L' OTTIMISMO DELLA VOLONTA'

Oggi il mio blog compie il primo mese di vita on line! Yeah! 


Nato, come si suol dire per caso, il blog sta occupando piacevolmente un pò del mio tempo, sta cercando di trattare diversi argomenti per catturare l'attenzione di molti. Questo grazie anche alla collaborazione di professionisti che, con grande disponibilità, arricchiscono il blog  della loro competenza.
Ieri sera ho avuto il piacere di partecipare ad un Christmas Aperitif organizzato dalla Fidapa di Jesi (presto parlerò anche di questa bella fondazione). Durante la serata ho scambiato due parole con la mia storica pediatra. Una donna di grande spirito e di grande spessore culturale e intellettuale. La dottoressa ha detto una cosa che mi è rimasta dentro, facendola mia: "bisogna affrontare il pessimismo della realtà con l'ottimismo della volontà". La personalizzazione del detto "volere è potere". 


Quanto è vero! In questo clima socialmente triste ed economicamente sfavorevole regna sovrano il pessimismo. Il domani, invece di caricarci di entusiasmo, spesso spaventa. Quando si fa fatica ad arrivare a fine mese, certo che non viene spontaneo fare progetti per il futuro!
Secondo un sondaggio online dell'Eurodap ( Associazione europea disturbi da attacchi di panico), realizzato su un campione di 800 persone tra 18 e 65 anni, questo Natale sarà "senza effetti speciali, senza entusiasmo e senza energia". Che brutta immagine!  Anche negli acquisti (per chi li fa) c'è un chiarissimo abbassamento dell' entusiasmo per questo Natale che, sempre secondo il sondaggio, "evidenzia in maniera netta la crisi economica che si sta vivendo". Sarebbero banditi acquisti voluttuari; preferiti i generi di utilità e regali tecnologici. Nove intervistati su dieci non rinunciano, però, ai regali per i propri figli, soprattutto se piccoli. Ai bambini non va negata la magia del Natale.
Sembrerà una banalità ma è l'ottimismo che può fare la differenza. L'ottimista è positivo, quindi è vincente. Gioca. Rischia. Non si limita solo a partecipare ma fa del suo meglio per arrivare ad obiettivo. Vincerà? Non lo sa nessuno, neanche lui. Però resta in lui, l'ottimista, un atteggiamento positivo. Con questo atteggiamento la vittoria è vicina. 
Guardare al domani con positività, con il sorriso sulle labbra, non è affatto semplice. Non è solo la crisi ad annientare l'entusiasmo. Quotidianamente si devono affrontare piccole grandi difficoltà. L'atteggiamento mentale positivo è condizionato anche, e soprattutto, da chi affronta queste difficoltà insieme a noi. 
Con le o la persona giusta accanto, l'ottimismo della volontà agisce in maniera più naturale!


Beh, comunque, anche il mio blog è frutto di buona volontà! Ottimista!!







mercoledì 18 dicembre 2013

BUON NATALE GLUTEN FREE

I giorni di festa, in cui aumentano le occasioni conviviali in compagnia di parenti e amici, non sono per tutti uguali, specialmente dal punto di visto alimentare.
Per 1 ogni 100, pranzi e cene in questo periodo potrebbero essere un problema, specie fuori casa: pensiamo ai celiaci.



Chi meglio della nostra amica Nutrizionista Letizia Saturni, curatrice del blog monotematico Not only gluten free (http://notonlyglutenfree.org), può illuminarci su come e cosa preparare di buono e sano ai nostri amici gluten free?
A voi i consigli della Nutrizionista, che ci racconta anche un pò di sè!

"Mi piace partire così….

Che i parenti siano serpenti questo si sapeva e, come diceva il mio parroco, “il parente te lo ritrovi, gli amici no”, <santissime parole>… In famiglia nessuno sapeva cosa fosse la celiachia fin quando sono arrivata io con questa diagnosi.  Da lì è iniziata la sfida!

Con amici e conoscenti non avevo mai dovuto portare neanche un sacchetto di pasta, forse a volte il pane, perché hanno sempre pensato loro e/o in alternativa, un piatto di riso non è mai mancato. C’era anche una sorta di gara a farmi trovare cibi naturalmente senza glutine!

Con i parenti invece è stata una battaglia che sembrava persa. Continue arrabbiature e voglia di spaccare tutto quando sentivo dire “portati la pasta e il pane” oppure frasi del tipo: “ahhh noi mangeremo dei fritti ma farli con la tua farina è difficile…. tanto ormai sei grande e ci sono tante altre portate”.



Tre anni fa mi sono offerta di preparare tutto, preparando ovviamente anche i fritti, naturalmente gluten free. Mi preparai bene anche qualche battuta di spirito o comunque risposte simpatiche e tranquille, per eventuali osservazioni fatte in merito.


Il Cenone fu divorato tutto e nessuno si accorse che era totalmente gluten free. Riuscii quindi nell'impresa di far capire che GF E’ BUONO OLTRE CHE SANO.



Oggi, se sono invitata, la pasta non la porto più, provvedono i padroni di casa: si concorda talvolta insieme il menù come succede appunto sotto le Feste, come fanno tutte le famiglie “normali” e così anche noi abbiamo riconquistato questa “normalità”….  Un’altra battaglia è vinta! Ma non ci sono né vinti né vincitori, siamo solo “cresciuti” tutti.


Seppur non nei dettagli, credo che molti dei lettori di questo blog si siano trovati a vivere situazioni analoghe. Avere a tavola un celiaco può sembrare ancora oggi un limite.
Tutt'altro! Deve essere piuttosto uno stimolo alla creatività che si concretizza in un menù “corretto” per tutti e, al tempo stesso, gustoso, goloso e soprattutto composto da cibi della tradizione!  



Tanti sono gli alimenti naturalmente senza glutine che accomunano tutti i commensali, compresi quelli della tradizione, di cui ne esistono validi analoghi gluten free quali, ad esempio, pasta al forno, tortellini, cannelloni ma anche pane, crostini, salatini fino ad arrivare al Festival della ghiottoneria: panettoni, pandori e torroni!

C’è di più …. Goloso….. goloso….. si, il semifreddo al torrone, potrà essere servito a tutti gli ospiti senza preoccupazione di glutine!!! 



Il Torrone, principale ingrediente di questa ricetta facile e gustosa, è uno dei dolci tipici del Natale. Secondo alcuni il torrone nacque il 25 ottobre 1441, il giorno del matrimonio di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, come già accennato nel precedente post. In quell'occasione, i pasticceri di corte decisero di terminare il banchetto nuziale con un dolce confezionato in forma di Torrazzo (l’alta torre campanaria del duomo della città) che potesse rappresentare Cremona, città che la sposa portò in dote. Ma non tutti sono d’accordo con tale origine. Infatti, secondo un’altra tradizione, furono gli antichi Romani a ideare questa ghiottoneria. Nel 116 circa a.C., Marco Terenzio Marrone il Reatino citava il gustoso "Cuppedo". "Cupeto" è ancora oggi il nome del torrone in molte zone dell’ Italia Meridionale. Il termine torrone deriverebbe quindi dallo spagnolo turron, di derivazione araba, che significa abbrustolito (dal verbo turrar = arrostire). La stessa derivazione sembra essere suggerita anche dal latino torrere, che significa tostare."




Dopo pillole di storia, ecco di seguito la sfiziosa ricetta del semifreddo al torrone:

Ingredienti e preparazione
Montare i tuorli con lo zucchero, poi montare gli albumi a neve; 
Montare la panna, separatamente; 
Sbriciolare il torrone; 
Aggiungere alle uova montate, gli albumi e la panna fino ad ottenere una crema omogenea; Foderare uno stampo rettangolare con carta stagnola (cm 30×7x11 circa); 
Disporre nello stampo a strati prima il torrone sbriciolato bagnandolo con uno stravecchio o un cognac, poi la crema, così fino ad esaurimento degli ingredienti (meglio sarebbe finire con il torrone). 
Riporre lo stampo in congelatore per almeno due giorni. 
Togliere dal congelatore al momento di servire; 
Tagliare a fette, disporre ciascuna fetta su un piatto e, dopo avere sciolto il cioccolato a bagnomaria con l’aiuto di un po’ di latte, versarlo ancora caldo sul semifreddo.

Cucchiaio alla mano? Buon appetito, davvero a tutti, da Letizia e da Key!



lunedì 16 dicembre 2013

NON E' MAI TROPPO TARDI

CAMBIARE spaventa.


Il cambiamento spaventa soprattutto perchè è impegnativo. Mette in moto una serie di attività fisiche e psicologiche che ci obbligano a metterci in gioco. Ci espongono a rischi, a critiche, senza la certezza del risultato. 
Il feedback è ignoto. 
Tutto questo meccanismo spaventa. 
E' un atteggiamento prettamente mentale. La staticità psico-fisica della routine, delle abitudini, è comoda. Questa staticità, poi, è ancora più pericolosa se sfocia nel vittimismo, condizione che ti porta a dire che "c'è comunque qualcuno che si prende cura di te". 


Scommetto che per andare a lavorare, a scuola, al vostro bar preferito o a fare la spesa, percorrete tutti i giorni la STESSA strada. Magari anche alla STESSA ora. Cosa accade? Accade che vedete tutti i giorni la solita via, con le solite case e, in questi giorni, le solite luminarie. Incrociate, spesso e volentieri, le solite macchine e gli sguardi di quelle 3-4 persone che, lungo quella STESSA via, a quella STESSA ora, vanno a fare jogging. 

Io chiamerei tutto questo monotonia. Un lento abituarsi. Un lento spegnimento del nostro cervello.
Provate almeno una volta a CAMBIARE la strada di percorrenza o, per chi va a piedi, il lato della strada. Vi accorgerete subito che ci sono situazioni e immagini diverse. Negozi diversi che forse nemmeno conoscevate o ricordavate. Incontrerete persone, vite, con ritmi diversi dal vostro. 
Basta questo cambiamento a "svegliare" il cervello assopito e rimetterlo in carreggiata. Un piccolo cambiamento al giorno allena il nostro cervello (ovvero, noi) al cambiamento, fino a renderlo più tonico. Pronto ad affrontare con più sprint ogni insidia. 

Le opportunità non usano bussare alla nostra porta. Esse passano davanti a noi. Sta alla nostra forza di volontà aprire la porta al cambiamento e dare una sbirciatina fuori.  Il cambiamento non ha una data di scadenza. 
Non è mai troppo tardi.



"Si può cambiare solo se stessi. 
Sembra poco ma se ci riuscissi faresti la rivoluzione"


giovedì 12 dicembre 2013

COME TI CUCINO PER LE FESTE?

Come promesso, torniamo a parlare del Natale, dal punto di vista prettamente culinario e salutare. Lo facciamo ancora con i consigli della nostra Nutrition Coach Letizia Saturni.


Digerire e superare in gran forma i vari cenoni e pranzi della Vigilia, del Natale, Santo Stefano, Capodanno e, per non farci mancare nulla, non dimentichiamo l'Epifania!

Come cucinare per le feste?
La parola alla nostra Coach!

"Anche in questo caso rispondo dicendo… secondo tradizione. Le preparazioni culinarie di questi giorni vedono il ricorso alla bollitura, alla cottura alla griglia e/o al forno e anche la frittura.

La bollitura è un buon metodo di cottura. Se penso alla bollitura delle verdure suggerisco di usare poca acqua, no sale e per un tempo molto breve. Sarebbe molto utile utilizzare l’acqua di bollitura per la prima bevuta della giornata!
Se penso invece alla bollitura della carne per ottenere il brodo in cui far navigare ben farciti i tortellini, suggerisco di prepararlo almeno due giorni prima e passarlo al freddo (frigorifero) per almeno tre volte togliendo, ogni volta, la parte gialla addensata in superficie.


La cottura alla griglia e/o al forno e/o anche la preparazione di un brasato sono sicuramente le modalità da prediligere, mentre la frittura ben sappiamo che viene guardata in cagnesco dai nutrizionisti e golosamente dai buon gustai.

Personalmente suggerisco che rimanendo l’eccezione, nella nostra alimentazione variata, moderata, equilibrata, anche la frittura merita un pò di indulgenza.
Per i più ferrei suggerisco la frittura al forno piuttosto che per immersione, mentre per gli innamorati della frittura per immersione, preferire l’olio di oliva oppure un olio di arachidi piuttosto che di semi o le formule appositamente studiate!



Ora non mi rimane che augurare un caloroso-sentito e gustoso Buon Natale all'artefice di tale web-blog che mi ha gentilmente ospitato e a tutti voi lettori."

Grazie a Letizia Saturni, brillante e professionale come sempre.
E sin da adesso...




mercoledì 11 dicembre 2013

PER NATALE, I CONSIGLI DELLA NUTRITION COACH

Vorrei dedicare la giusta attenzione a cosa e a come mangeremo tra Natale e Capodanno, fino all'Epifania.
Le festività sono belle, suggestive e affettivamente arricchenti, ma sono anche portatrici sane (dipende!) di quei 3 - 4 chiletti in più che ci portiamo "per dote" fino all'estate!
Per non deludere i nostri palati e nemmeno la nostra bilancia, ho pensato di disturbare un' amica, brillante professionista dell'alimentazione, per andare sul sicuro su cosa cucinare, come - quanto mangiare e come cucinare.
Ecco i preziosi consigli della Nutrition Coach, Dott.ssa Letizia Saturni.



"Sicuramente protagonisti indiscussi e simboli della tavola delle feste natalizie sono il torrone (sembra nato il 25 ottobre 1441, il giorno del matrimonio di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza!) e, a forma di torre o di grossa cupola, semplice o farcito, uvette, scorzette di arance candite, gocce di cioccolato fino alla farcitura più golosa con gelato, sua maestà il panettone e suo cugino pandoro.


Sembra un controsenso essere arrivati a parlare di dolci che,tipicamente chiudono un pasto, ed invece essere solo all'inizio della nostra chiacchierata!

Eccomi pronta ad…. Iniziare dall'inizio! 
E’ questo il momento dell’anno durante il quale il cibo è molto di più che calorie, grassi, zuccheri e altre diavolerie chimiche. 
E’ tradizione, e dunque ecco perché ho iniziato dai simboli per eccellenza che sono proprio i dolci! È nei piatti tipici e tradizionali che si conserva una parte importante della cultura di un popolo. E' ospitalità e amicizia. L'offerta di cibo è il primo gesto di amicizia e di benvenuto. 
E' ritrovarsi. Per la famiglia il pranzo di Natale è l'occasione per riunirsi e ritrovarsi insieme. Ed è in tavola che affiora il nostro modo di essere: i gesti della convivialità, i piccoli impacci, le forzate cortesie, gli sbalzi di nervosismo, le storie individuali con i loro intrecci. 
E' festa. Non si può pensare a nessuna festa senza un ricco buffet o senza le portate più importanti e tipiche. 
E’ un rituale. L'attenzione nel preparare la tavola, la disposizione dei decori e dei piatti, la cura nel cucinare i piatti tradizionali e/o preferiti... momenti preziosi, da ritagliarsi e da pensare come gesti per prendersi cura di.


Torrone, panettone e pandoro devono essere gustati ma sempre con la regola della moderazione, e sempre facendo scelte oculate. Per esempio, possiamo sicuramente tralasciare la frutta a fine pasto. La possiamo utilizzare per quella voglia di piluccare svogliatamente qualcosa durante la chiacchierata sul divano con i parenti, oppure giocando a carte o ai numerosi giochi da tavolo!

Come mangiare, era l’altra domanda. 
I nutrizionisti ormai ci hanno ben insegnato che i pasti debbono essere 5, ma sicuramente tale numero magico può essere modificato durante questi giorni, come pure può essere variata la composizione dei nostri menù.

Direi intanto di dare come numero magico-funzionale dei pasti il 3, cioè colazione – pranzo e cena.
La colazione poi, in questi giorni particolari, può essere composta solo con frutta fresca oppure spremute oppure un caffè come start-up della giornata, per poi organizzare il pranzo o la cena solo esclusivamente a base di verdura fresca o frutta fresca, in funzione del pasto in cui verrà servito il menù completo – gustoso e ricco della tradizione.


Facciamo un esempio pratico.
Il giorno di Natale è possibile iniziare la giornata con frutta o spremuta ed un buon caffè, per poi godere del succulento pranzo di Natale in tutte le sue portate, senza faticose rinunce. A fine giornata e dunque a cena, è bene pensare solo a verdura o frutta fresca.

Mai ricorrere ai digiuni riparatori, mentre saggiamente è bene approfittare del pomeriggio per una buona camminata a passo sostenuto oppure, nei giorni che precedono il Natale e in quelli che seguono, posso spendere un pò di più!

Attenzione! So bene che in questo momento il verbo “spendere” spaventa, ma il mio spendere è in termini di calorie!!! E’ l’unico bilancio in cui siete autorizzati a far si che le uscite siano superiori alle entrate."


I consigli di Letizia tornano presto.
Preparatevi a capire come cucinare per le feste!!


venerdì 6 dicembre 2013

CARO BABBO NATALE TI SCRIVO, COSI' MI DISTRAGGO UN PO'

Quanti di voi vorrebbero scrivere a Babbo Natale?
Io ci sto pensando seriamente! On line ci sono tanti siti web che invitano a scrivere la lettera al caro vecchio Santa Claus, proponendo un'ampia scelta di stili e di modelli.



Mi piace pensare che Babbo Natale non usi internet, WhatsApp e che non abbia un suo profilo su Facebook! Forse, da Professionista della Felicità quale è, potrebbe stare su Linkedin, ma non credo! E' un tipo tradizionalista, lui! Le lettere, le preferisce scritte a mano, di nostro pugno. E magari vorrebbe pure che investissimo del tempo a comporre la nostra letterina. A rileggere le nostre frasi. A correggere i nostri errori. Sempre se li riconosciamo! Abituati come siamo alla brevità della comunicazione di oggi, "è 1 attimo ke ti xdi 1' h x strada!!"



Riscoprire il piacere di scrivere, riconoscere la propria grafia, il proprio stile. 
Il senso della parole che scivolano via sul foglio, la rotondità di alcune vocali, l'eleganza di certe consonanti variano a seconda della nostra personalità e del nostro stato d'animo. Io mi accorgo che se sono agitata o sotto pressione scrivo in un modo piuttosto spigoloso (e a volte incomprensibile!), mentre se sono tranquilla e allegra il mio stile è più morbido e leggibile.
Non importa se non siamo portatori sani di calligrafia (che vuol dire "bella scrittura"), ciò che importa è il contenuto. Mettiamo passione e un pò di noi in quello che scriviamo.



Per cui, caro Babbo Natale... ti scrivo, così mi distraggo un pò! E ti rivelo pure che ho scritto questo post a penna, in "bella calligrafia" (so che è un errore ma è rafforzativo, visto l'entusiasmo!).

Cmq, sei tu o non sei tu quello su Facebook?! Ti ho chiesto l'amicizia, aspetto conferma! 




martedì 3 dicembre 2013

ADDIO AL NUBILATO ALTERNATIVO: SPA O BARCA A VELA?

Il 22 dicembre si sposano due miei carissimi amici. Si prospetta un matrimonio scoppiettante e suggestivo.
Ieri mi arriva un messaggio dalla sposa: "Addio al nubilato! Dove andiamo???"



Panico!

"Carissima, pensa a chi vuoi invitare e come vorresti festeggiare. Al resto pensiamo a tutto noi!"

La tradizione vuole che siano le amiche o le parenti più strette ad organizzare, possibilmente a sorpresa,  l'addio alla vita da single della sposa. Visto che la proposta viene direttamente dalla protagonista, ci organizziamo diversamente. 



Innanzitutto puntare a far rilassare la sposa, facendole staccare la spina, almeno per una sera, dallo stress dei preparativi. 
Cosa fare? Cosa non fare?
Se si conoscono bene i gusti della sposa, evitare situazioni che potrebbero metterla a disagio come streap e spogliarellisti. 

Stabilire dei criteri:
- gusti della sposa;
- scelta del giorno;
- budget economico che si ha a disposizione;

Partiamo dal budget a cui attenersi. 
Stilare una lista delle invitate e una eventuale lista di giochi, scherzi e attività da fare durante la festa.

Scegliere la data. 
L'addio al nubilato va festeggiato 11-2 settimane prima del giorno delle nozze.

Cosa organizzare per la mia amica?
Beh, la vedrei bene festeggiare il suo addio alla vita da single in una bella Spa. A lei piace tanto! Credo, però, che saremo un pò fuori budget! 



Se dovessimo essere non più di sette, compresa la sposa, amante del mare quale è, la vedrei bene brindare a bordo di una barca a vela. Forse, però, siamo troppo condizionate dal meteo!



Mi sa che la scelta ricadrà su una bella mangiata di pesce, annaffiata da un buon vino bianco e dalle bollicine per il cin cin al momento della torta. Anche qui, evitare frasi falliche, magari farsi preparare una foto buffa della sposa oppure una frase significativa.



E gli scherzi? Beh, mica posso pensare a tutto io?!

lunedì 2 dicembre 2013

ADDOBBARE L'ALBERO DI NATALE CON I RICORDI

Conto alla rovescia per gli addobbi di Natale.


A casa mia l'albero di Natale si fa l'8 dicembre, e da voi? Qualcuno lo ha già fatto, lo so. Si vedono le lucine intermittenti nelle case, passando per le vie della città.  Altri, come me, aspettano come vuole la tradizione il giorno dell'Immacolata per dare il via al walzer di luci, colori, gingilli vari, tutti tipicamente natalizi.
Addobbare la casa per Natale fa festa, non c'è niente da fare. Le atmosfere di questo periodo strappano un sorriso anche a quelle persone che a Natale si sentono piuttosto malinconiche. 

Il Natale, poi,  ha questo strano ma forte potere di unire le persone, specialmente in famiglia. Inizia ad esercitare questo potere sin dall'addobbo dell'albero. Non volendo, tutta la famiglia si ritrova insieme sotto l'abete (vero o finto non fa differenza), a scegliere quella pallina lì, piuttosto che quelle luci là, discutendo amorevolmente se è meglio il nastrino o i capelli d'angelo per completare il tutto.
"Io appenderei anche quel Babbo Natale lì! Si, proprio quello. Il Babbo Natale rosso e luccicoso di quando eri piccola. Te lo ricordi? "
"Certo che me lo ricordo, ma è vecchio e anche un pò sbiadito!"
"A me piace!".

Insomma, i contenuti saranno diversi ma credo che la dinamica sia più o meno la stessa, tra madre e figlia. Casa per casa.



Il migliore addobbo per l'albero di Natale va affidato ai nostri ricordi
L'Albero ci racconta come eravamo e come siamo. 
Sin da bambini, ogni anno a Natale, abbiamo accumulato qualcosina di nuovo: oggetti a tema, palline, ciaffi trovati girando per mercatini o, per chi ama viaggiare, in giro per il mondo. Tutti questi oggetti parlano di noi. Allora selezioniamo, con sentimento, quelli a noi più cari, gli oggetti più significativi e addobbiamoci l'albero di Natale di quest'anno, con le persone che amiamo. Il nostro presente.



Comunque, insisto: quel Babbo Natale lì, è sbiadito!



giovedì 28 novembre 2013

COSA SI BEVE QUANDO NEVICA E FA FREDDO?

Fuori fa freddo ed è arrivata anche la neve. Natale è alle porte ,l'atmosfera magica del periodo natalizio sta già riscaldando i nostri cuori e le nostre città. La sera ,o nei freddi pomeriggi invernali, è bello ritrovarsi con gli amici, in un locale caldo e accogliente,  per bere qualcosa insieme. 
Cosa si beve quando nevica e fa freddo?
Per i più golosi viene subito in mente la tradizionale Cioccolata Calda.



In questo periodo ce la possiamo concedere, senza troppi sensi di colpa. Diverse scuole di pensiero accompagnano il gusto della cioccolata calda. Alcuni la preferiscono densa, altri invece piuttosto liquida. E la panna? Per i più viziosi!



Non tramonta mai il Punch. Facile da preparare e buono da sorseggiare. E' la bevanda a base di acqua cada, alcool, zucchero, scorza di limone, arancia o mandarino (che emanano anche un buon profumo) e erbe aromatiche di vario tipo, a chi piacciono.



D'inverno si riscopre volentieri l'elegante rito del Tè. Anche per il Tè esistono tanti gusti e scuole di pensiero. Qualunque sia la vostra bustina di Tè preferita ricordate che il Tè "...è buono qui, è buono qui!" (cit. pubblicitaria).



E se avete in programma una passeggiata in montagna, nelle baite, nei rifugi e nei punti di ristoro sulle piste da sci, l'ideale è bere un buon Bombardino, a base di panna, Vov caldo o zabaione, brandy e caffè. 



Se non vi riscalda questo, misuratevi la temperatura! 

mercoledì 27 novembre 2013

IL CAFFE' IN TEMPO DI CRISI

Non so voi ma io non riesco a connettere senza prima aver fatto colazione.  Senza un buon caffè non si inizia la giornata. 



C’è chi non ne può fare a meno  neanche dopo pranzo, c’è chi non rinuncia alla “pausa caffè” in ufficio, neanche in piena riunione. C’è chi lo prende dolcissimo, chi amaro. Chi lo vuole lungo, chi corto o chi deca. Insomma, al caffè al bar non si rinuncia. Una cattiva abitudine? Direi piuttosto un sacro rito, per noi italiani. Un rito che resiste anche alla crisi pur cambiando le “modalità”.
E’ una mia impressione o l’usanza di offrire un caffè è sempre più antica? Un tempo c’era più slancio nell’offrire un buon caffè all’amica incontrata per caso al bar. Un tempo si diceva “grazie, ti lascio il caffè pagato al bar!” a quella persona che, gentilmente, ti aveva fatto un favore senza chiedere nulla in cambio.
Insomma, al caffè al bar non si rinuncia ma, se in compagnia, ognuno si paga il suo! Non sempre, c’è da dire.



E’ evidente, però,  che la crisi economica sta condizionando , giorno dopo giorno, anche i gesti più semplici della nostra quotidianità. Certo, di monete in tasca noi italiani ne abbiamo sempre di meno e se la situazione non cambia, sempre di meno ne avremo.
Tra l’altro, non basterà più nemmeno la moneta di 1 euro per un caffè bevuto “al volo” , in piedi al bancone del bar.  A Genova è in arrivo l’aumento del prezzo della tazzina che costerà 1 euro e 20 centesimi. Quanto impiegheranno le altre città a seguire l’esempio genovese? Oltre al prezzo del caffè, secondo Confesercenti e Fepag Ascom, è previsto anche  l’aumento del prezzo di cocktail, birra e cappuccino. Ovvio, calano i consumi, aumentano i costi.
Qualche mese fa un centralissimo bar di Verona ha lanciato una provocazione: il caffè anti-crisi a 50 centesimi. Risultato? Un successo. I clienti sono aumentati e i guadagni altrettanto.  


Ora scusate ma mi faccio un caffettino … con la moka di casa!



martedì 26 novembre 2013

WEDDING DAY: L'ABITO FA LA SPOSA


Parafrasando il detto "l'abito non fa il monaco", io penso che ad un matrimonio "l'abito fa la sposa".




Cantare ai matrimoni e presentare, da molti anni, eventi dedicati al mondo del matrimonio mi porta a condividere con le sposine prossime al Si o ancora lontane ma con l’immaginazione in movimento, alcuni wedding moments.

Dopo aver elencato le superstizioni più note e, se vogliamo, anche stravaganti che accompagnano il matrimonio, in questo post dedichiamo al giusta attenzione al vestito da sposa.
Ora dirò una banalità, ma l’abito da sposa deve essere quello che avete sempre sognato. Sceglietelo secondo lo stile più adatto a voi, romantico o con un tocco di originalità, classico o retrò. Per non sbagliare potete affidarvi a professionisti del wedding style: atelier, maison sartoriali, brand famosi del mondo del matrimonio. Sapranno sicuramente capire e interpretare le vostre esigenze e realizzare il vostro abito da sogno. Nel matrimonio ogni dettaglio ha la sua storia, le sue origini, le sue tradizioni. L’abito da sposa non è da meno.
Dovete sapere che l'abito bianco per la sposa risale all' 800 e rappresenta la verginità e la purezza. Oggi ci sono diversi modelli e colori per il vostro wedding dress. Il bianco è quello più tradizionale, ma il più delle volte si predilige il beige. Ho incontrato anche bellissime spose in rosso, soprattutto per chi si sposa di sera o a dicembre, approfittando della magia che il Natale sa regalare. Il colore rosso dell'abito da sposa si rifà alla tradizione indiana. Pensate che nel Medioevo il rosso era il colore più usato perché si riteneva propiziasse le nascite.
Cosa non deve mancare ad un abito tradizionale? Il velo. La tradizione vuole che il velo venga tramandato di generazione in generazione: la nonna lo passa con amore alla mamma, e la tua mamma lo cede amorevolmente a te. Comunque, il velo è sempre un elemento affascinante ed è più fortunato se prestato da una donna già felicemente sposata. Se il velo non dovesse piacervi, sbizzarritevi con gli accessori o con le acconciature alla moda.
Per lo sposo il discorso abito è leggermente più semplice, a meno che non decidiate di sposarvi d’estate, in spiaggia. Ora si può, anche da noi. Come? Seguitemi su langolodikey.blogspot.it!



lunedì 25 novembre 2013

LA SCRIVANIA E' IN DISORDINE? TRANQUILLE, SIETE DEI GENI!


...anche questo lunedì è giunto al termine. Cosa ci ha portato? Un freddo glaciale e una lunga settimana da affrontare. 
Una curiosità: come è messa la vostra scrivania? E' perfettamente ordinata, libera da fogli, fascicoli, giornali e pratiche da sbrigare, oppure è come la mia, nel caos più totale?! Non preoccupatevi, se fosse disordinata ci può stare dai, è lunedì ( mi sto autoconvincendo che va tutto bene!). Poi, tanto per gradire, avere la scrivania in disordine ci accomuna a Steve Jobs e Albert Einstein. Beh, mica male!
Il disordine sulla scrivania io lo chiamo "caos creativo". Recentemente uno studio condotto dall'Università del Minnesota ha dimostrato che una scrivania o una stanza molto disordinata possono stimolare la creatività e l’innovazione. Un ambiente più ordinato, invece, tende a stimolare scelte più convenzionali, ma anche più salutari. A chi dare retta?!
C'è un altro elemento da non sottovalutare. Secondo un sondaggio condotto da Adecco su un campione di mille dipendenti statunitensi, sul posto di lavoro spesso si viene giudicati proprio da come si tiene la scrivania.  Il 53% dei dipendenti intervistati ha ammesso di giudicare i colleghi in base al disordine o meno delle loro scrivanie. E se uno lavora da solo? Non corre questo pericolo! Secondo il 50% degli intervistati, un collega disordinato è anche pigro. Forse è solo un genio incompreso!
Comunque, il caos creativo a breve termine (due o tre giorni) potrebbe stimolare la nostra creatività; se prolungato per l’intera settimana, genera stress e nuoce alla nostra salute.
Ho capito, tocca mettere a posto un po’, va! 


venerdì 22 novembre 2013

SUPERSTIZIONI DA WEDDING DAY

Nel prossimo weekend sarò impegnata nella presentazione di sfilate di moda Sposi, all'interno di un evento interamente dedicato al Matrimonio: "SposiAMOci-devi solo dire si!", a Pianello Vallesina (AN). 

Da anni e anni, sono molte le superstizioni che accompagnano il giorno del SI!Eccovi di seguito tante piccole superstizioni da seguire per la buona riuscita della futura vita coniugale. C'è chi le ignora, e c'è chi, invece, le segue alla "lettera" in ogni piccolo dettaglio. Che ci crediate o no, ve le propongo per curiosità e perché alcune sono molto particolari! Chi non ha mai sentito questo detto:- Di Venere e di Marte non si sposa e non si parte!? Perché proprio il martedì e il venerdì? Ve lo rivelo subito: il martedì appartiene a Marte che è il Dio della guerra, mentre il venerdì secondo la cabala è il giorno in cui furono creati gli spiriti maligni. Ma in Norvegia la maggior parte dei matrimoni si celebra proprio di venerdì. Per loro è il giorno romantico per eccellenza perché appartiene a venere, dea dell'amore e dell'armonia, cmq... un giorno vale l'altro... Un tempo ci si sposava anche durante la settimana! (info tratta da una testimonianza vera: mia nonna si è sposata di lunedì!) A, e quest'altro proverbio?!- Sposa bagnata sposa fortunata!Possiamo interpretarlo come una banale consolazione per gli sposi che nel giorno più importante della loro vita si ritrovano "a mollo"!In realtà, c'è sempre una spiegazione a tutto: la pioggia è il simbolo della fortuna e dell'abbondanza che cade generosa sugli sposi. Una delle usanze popolari più conosciute e tra le più seguite è quella che vieta di mostrare l'abito da sposa al futuro marito, ma quella che vieta di guardarsi allo specchio con il vestito da sposa il giorno del matrimonio io proprio non la sapevo! E voi?! Cmq, se proprio non si resiste si può fare, ma togliendo una scarpa, un orecchino o un guanto! Uno degli amuleti più adatti al giorno del vostro "sì" è l'acquamarina: assicura fedeltà ed un felice Matrimonio. In chiesa, fate attenzione alle fedi!!! Non fatele cadere. Se dovessero cadere verranno raccolte solo da chi celebra il rito. Non dimenticatele e, peggio, non smarritele! Queste trascuratezze indicano poca voglia di compiere il grande passo. E' consigliabile non suonare il clakson mentre si va in chiesa per la cerimonia. Si deve suonare una volta terminata la messa, mentre la lunga fila di macchine segue quella degli sposi per andare a fare le foto, o direttamente al ristorante. Cmq, il suono del clacson deriva dalla convinzione che così facendo si mettono in fuga gli spiriti cattivi. Mah! Il tradizionale lancio del riso all'uscita degli sposi dalla chiesa è considerato un augurio di ricchezza e gioia.In alcuni paesi è accompagnato da monete e confetti. Attenzione, se presi in pieno possono far male!Dalle nostre parti sta andando molto di moda il riso colorato, e altri tipi di pasta, insieme ai coriandoli per rendere il tutto ancora più allegro e festoso! Il letto degli sposi viene preparato la sera prima del matrimonio (se ci si sposa di domenica), o il giovedì (se ci si sposa di sabato) da due ragazze nubili in segno di purezza. In alcuni paesi per tradizione, la sera prima del matrimonio lo sposo organizza una serenata sotto la finestra della sua futura moglie. Lo accompagnano parenti ed amici e, naturalmente, un musicista con la chitarra, o un violino o una fisarmonica. Meglio ancora se il vostro fidanzato sa già suonare!!! A fine serenata viene offerto dai genitori della sposa un piccolo buffet per ringraziare tutti coloro che sono intervenuti. Ma ricordate bene che è vietatissimo vedere lo sposo dopo la mezzanotte!!! Per il giorno del "sì" la tradizione vuole che la sposa porti con se cinque cose: 1) una cosa prestata: indica l'affetto delle persone care che le rimangono vicine in questo passaggio dal vecchio al nuovo; 2) una cosa regalata: per ricordare il bene delle persone care; 3) una cosa blu: anticamente il colore blu simboleggiava la pureza ed era il colore dell'abito della sposa; 4) una cosa vecchia: simboleggia la vita che si lascia alle spalle e l'importanza del passato che non va dimenticato nella nuova vita; 5) una cosa nuova: come simbolo della nuova vita che sta per iniziare, i nuovi traguardi da superare e le novità che ci saranno;Per quanto riguarda i confetti, secondo la tradizione vengono confezionati in preziosi sacchetti di tulle o in pizzo e devono essere rigorosamente di colore bianco e sempre dispari. Si consigliano almeno cinque confetti per rappresentare le qualità della vita che non devono assolutamente mancare agli sposi: - Salute - Fertilità - Lunga vita - Felicità - Ricchezza Da non dimenticare il classico lancio del bouquet a fine cerimonia. Non tutte lo fanno, ma è considerato un gesto tradizionale e di buon auspicio per chi lo prenderà al volo! Per il lancio, la sposa deve voltare le spalle ad un gruppo di amiche presenti alla cerimonia e al 3 lanciare il suo bouquet. Per la ragazza che riesce ad afferrarlo, rappresenta l'augurio che possa ricevere presto una richiesta di matrimonio, la tradizione vuole che ci si sposi entro l'anno! Infatti in antichità i fiori usati per confezionare il bouquet erano fiori d'arancio che, oltre a significare abbondanza, felicità e prosperità, significavano anche una richiesta di matrimonio. Ed ora... finalmente a casa! La tradizione di sollevare tra le braccia la sposa e solcare la soglia della nuova casa risale, addirittura, all'antica Roma. Facevano così per evitare che la sposa inciampasse, inconveniente di cattivo auspicio perché voleva dire che le divinità non la volevano accogliere. E dopo una bellissima ed interminabile giornata, quando i piedi cominciano a parlare e le gambe a non collaborare più, la mente è già lì... in luna di miele! Sapete perché la chiamano "luna di miele"? Perchè gli sposini dell'antica Roma erano soliti mangiare del miele per tutta la durata di "una luna" dopo il matrimonio (forse anche per riprendere le forze dopo la lunga giornata!). Da qui l'origine del detto "luna di miele", per indicare i primi, dolci e irripetibili momenti della vita di coppia.

Comunque vada, in bocca al lupo!